lunedì 1 novembre 2010

Comet 103P/Hartley 2

Dopo un lungo periodo di assenza, rieccomi di ritorno con una cosa un po' particolare. Lasciamo da parte per il momento le teorie di base dell'elaborazione di immagini digitali e vediamone un'applicazione pratica e in un certo senso "avanzata".
L'occasione mi è stata data dalla straordinaria possibilità di utilizzare delle immagini di un telescopio di 2 metri di diametro collocato alle Hawaii, il Faulkes Telescope North (o più brevemente FTN), mentre l'oggetto delle indagini è il recente passaggio ravvicinato alla Terra della cometa 103P/Hartley 2.
Molti telescopi terrestri sono puntati in queste notti sulla cometa anche per dare un certo supporto all'imminente missione Epoxi, una sorta di estensione della vecchia missione Deep Impact che ha avuto tanto successo qualche anno fa con l'incontro ravvicinato (con collisione pilotata!) sulla cometa Tempel 1.
Un osservatore britannico, Nick Howes, che qui ringrazio per la squisita disponibilità, sta seguendo con assiduità e da parecchi giorni questa cometa utilizzando in remoto il FTN: un tipico risultato è questo (appena scaricata ;-)...):

010-11-01T14:25:48.510 UTC - 5 sec. Filter: Bessell-R

Anche se non sembra a prima vista, si tratta di un piccolo quadrato di cielo di appena 4.9'x4.9' e la scala del CCD è veramente interessante: appena 0.2785 arcsec/pixel. In base alle effemeridi, alla distanza proiettata della cometa in quella data, ogni pixel rappresenta soltanto 29 km! (seeing delle Hawaii permettendo...).
Queste immagini mi permettono di sperimentare il funzionamento di un "filtro" particolare che ho implementato come plug-in del programma Astroart: l'ho pomposamente chiamato M.C.M. ovvero Median Coma Model.
La logica di funzionamento è molto semplice e la spiegherò in dettaglio in uno dei prossimi post: si tratta di creare una chioma artificiale, basata comunque dalla fotometria dell'immagine originale, e di sottrarla all'immagine originale stessa in modo da evidenziare le zone interne di differente luminosità: zone molto interne e vicine al nucleo che normalmente sarebbero nascoste dal bagliore diffuso della chioma. Ma bando alle chiacchiere e vediamo subito i risultati.

Innanzitutto occorre precisare che il filtro lo applichero in un'area molto più piccola delle immagini originale, un'area che sarà di poco meno di 1'x1' come rappresentato nell'immagine qui sotto:


Tutte le immagini sono correttamente orientate, con il Nord in alto e l'Est a sinistra.

Ecco la prima elaborazione:


Innanzitutto notiamo che ho dovuto utilizzare una rappresentazione in falsi colori per evidenziare al meglio le variazioni di intensità luminosa. In alto a sinistra, oltre all'orientamento è indicata anche la direzione del Sole (con l'angolo rispetto al Nord). In basso a sinistra il segmento bianco rappresenta la scala dell'immagine sul piano della cometa ovvero quanto sono grandi 1000 chilometri. Ma cosa rappresenta questa immagine? In direzione antisolare (dal centro in basso a destra), si vede la parte più luminosa della chioma che si allunga per formare la coda. Ma la cosa più interessante è in direzione solare (dal centro in alto a sinistra) dove è evidente una sorta di "sbuffo" (possiamo chiamarlo"jet"?) con un PA (Position Angle) di circa 50 gradi.
Vi domandate com'era l'immagine originale? Eccola, già ritagliata nel frame da 1'x1': è la somma di 9 immagini da 10 secondi riprese con il filtro "sdss-r":


Ed ora, in rapida sequenza ecco le altre 4 date (13-14-15 e 16 ottobre) che ho potuto elaborare:

36 se. con filtro V di Bessel : ...oops il "jet" è scomparso


125 sec. con filtro "sdss-r": ricompare il "jet" con un PA di 45 gradi circa



65 sec. con filtro "sdss-i": il "jet" ha ora un PA di circa 90°



5 sec. con filtro "sdss-i". Purtroppo il rapporto Segnale/Rumore sfavorevole si fa sentire ma è lo stesso apprezzabile la presenza del "jet" con un PA maggiore di 90°

Per il momento è tutto. Nei prossimi post vedremo cos'altro ci riserverà questa cometa e anche come si realizza (e applica) il filtro M.C.M.